Perché un immobile resta fermo anche se è vendibile
Chi lavora nel settore lo sa: ci sono immobili che, sulla carta, sono perfettamente in linea con il mercato. Prezzo corretto, ristrutturato, posizione interessante, documentazione in ordine, eppure restano fermi. Nessuna proposta concreta, pochi appuntamenti, zero follow-up. Nel tempo si finisce per mettere in discussione tutto: il prezzo, l’agenzia, la comunicazione… ma a volte il vero ostacolo non è ciò che si vede, bensì ciò che si dà per scontato.
In questo articolo proviamo ad analizzare alcune cause meno evidenti, ma sempre più frequenti, che rendono difficile vendere anche un buon immobile.
1. Il problema non è il prezzo, ma il percorso d’acquisto
Il prezzo richiesto può essere perfettamente in linea con il mercato, ma ciò che spesso manca è una formula di accesso sostenibile.
In un contesto in cui molti potenziali acquirenti hanno risorse limitate nell’immediato, rigidità bancarie o situazioni lavorative atipiche, non basta essere “corretti” sul piano economico, bisogna essere accessibili. Un immobile vendibile può restare fermo semplicemente perché non offre una modalità di acquisto compatibile con la nuova domanda.
2. Le foto sono buone, ma la narrazione è debole
Uno dei grandi equivoci della comunicazione immobiliare è credere che basti una bella gallery. In realtà, oggi più che mai, il valore percepito passa da una narrazione convincente, se l’annuncio non racconta perché quella casa è adatta a una specifica persona, o quale stile di vita può offrire, allora è solo un contenitore tra tanti. Anche immobili perfettamente fotografati possono non emergere se manca una strategia narrativa coerente con il target.
3. Il target non è quello giusto
Spesso si parte a vendere con l’idea che “va bene per tutti”: famiglie, investitori, giovani coppie… ma questa genericità è una delle ragioni più frequenti di stagnazione. Un immobile vendibile ha bisogno di un target preciso.
Un bilocale ristrutturato in zona universitaria non è la stessa cosa di un trilocale in periferia con box incluso. Sembra banale, ma tantissimi annunci restano fermi perché non si è mai definito per chi si sta vendendo.
4. La zona non convince, ma nessuno l’ha raccontata
Esistono zone che, se raccontate solo per nome, sembrano poco attrattive. Ma se si spiega cosa c’è nel raggio di 500 metri (servizi, trasporti, attività, progetti di riqualificazione) allora il discorso cambia: non è la zona a vendere la casa, è il contesto.
Un immobile difficile spesso ha un solo difetto: non è stato spiegato abbastanza bene dove si trova, e perché quella posizione, oggi, può rappresentare un’opportunità futura.
5. Manca un’alternativa alla vendita classica
Anche l’acquirente motivato, oggi, è più cauto. C’è chi ha una situazione lavorativa ancora in assestamento, chi non ha ancora tutti i requisiti per un mutuo, o chi vorrebbe comprare ma senza prendersi subito tutto il rischio.
In questi casi, un contratto flessibile, come il nostro Rent-to-Own può fare la differenza. Il potenziale acquirente entra subito in casa, versa una caparra, paga un canone mensile (di cui una parte viene conteggiata come anticipo) e finalizza l’acquisto dopo 24 o 36 mesi. Intanto il venditore incassa, mantiene il controllo e riduce il tempo di immobilizzazione dell’attivo.
Un cambio di prospettiva
Molti immobili che oggi restano invenduti non hanno un problema di valore, hanno un problema di lettura del mercato, di strategia, di modello. Il mercato sta cambiando e così anche i metodi per vendere, non è sempre questione di abbassare il prezzo, ma di alzare la qualità delle soluzioni proposte.
Per vendere oggi servono nuovi strumenti, il primo è cambiare prospettiva.

