Dove non tutti guardano: perché oggi il valore si gioca anche fuori dai grandi centri
Mentre l’attenzione del settore immobiliare resta concentrata su poche grandi città (sempre le stesse, sempre più costose) un’altra Italia sta cambiando. Silenziosa, diffusa, ma tutt’altro che marginale. È l’Italia dei mercati secondari, dei borghi, delle aree periurbane, dei piccoli centri collegati, che stanno guadagnando terreno grazie a nuove dinamiche abitative e sociali. Chi osserva il mercato da investitore strategico dovrebbe iniziare a guardare proprio lì.
Un nuovo paradigma: cosa è cambiato dopo il 2020 e ancora di più dopo il 2024
La pandemia ha accelerato un cambiamento che era già in corso: la ridefinizione del concetto di “qualità della vita”. Smart working, mobilità flessibile, desiderio di spazi più ampi e ritmi più sostenibili hanno spostato la domanda verso zone meno centrali.
Questo trend ha resistito anche alla normalizzazione post-pandemica. Anzi, negli ultimi due anni, complice il rialzo dei tassi, l’inflazione e i costi dell’abitare in città , si è rafforzato. Oggi chi compra o investe cerca anche altro: contesto, prospettiva di crescita, vivibilità.
E molti lo trovano fuori dai radar del mercato tradizionale.
Italia diffusa: opportunità e vincoli
I mercati immobiliari secondari in Italia stanno vivendo una fase di rinnovato interesse. Secondo l’ISTAT, nel secondo trimestre del 2024, le compravendite di abitazioni sono aumentate del 3,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In particolare, i comuni non capoluogo hanno registrato una crescita dello 0,9%, evidenziando una tendenza positiva anche al di fuori delle grandi città.
Tuttavia, nonostante questi segnali incoraggianti, permangono alcune criticità. Le trattative in queste aree tendono ad essere più lente e la domanda può risultare discontinua. Un altro aspetto rilevante è la percezione di rischio da parte degli investitori, che temono di rimanere “bloccati” con immobili difficili da rivendere o da valorizzare. Questa situazione può portare a un circolo vizioso in cui il potenziale di valore rimane inespresso.
Inoltre, la mancanza di infrastrutture adeguate e servizi essenziali in alcune di queste località può rappresentare un ulteriore ostacolo. La carenza di accesso al credito e la limitata presenza di operatori professionali sul territorio contribuiscono a mantenere bassa la liquidità del mercato. È quindi fondamentale adottare strategie innovative e strumenti flessibili per sbloccare il valore latente di questi mercati e renderli più attrattivi sia per gli acquirenti che per gli investitori.
Rent to Own: lo strumento giusto per liberare valore
È in questo scenario che il Rent to Own si rivela particolarmente efficace. Perché è uno strumento flessibile, progressivo, e soprattutto in grado di creare fiducia tra le parti.
Per il venditore, significa avviare una trattativa in tempi rapidi, con un percorso chiaro verso la vendita.
Per il futuro acquirente, è la possibilità di iniziare a vivere subito nella casa che desidera, accumulando nel frattempo l’anticipo, senza l’obbligo immediato del mutuo.
Per chi investe rappresenta una leva doppia: consente di mettere a reddito l’immobile fin da subito, generando flussi positivi già nella fase iniziale, prima ancora che l’operazione di vendita sia completata.
Ma c’è di più: il Rent to Own permette anche di valorizzare immobili che altrimenti resterebbero “invisibili” sul mercato. Case interessanti ma fuori dai radar, in zone poco battute ma con ottime potenzialità. Un asset strategico anche per investitori o operatori del settore in cerca di stock alternativi.
La tecnologia come leva: il ruolo dei dati nei mercati minori
Per intercettare queste opportunità servono strumenti adeguati. Il Property Radar sviluppato da Ring33, ad esempio, è in grado di mappare in modo capillare le zone a bassa densità, individuando:
- immobili sottovalutati rispetto al contesto locale;
- aree con dinamiche di domanda crescente;
- opportunità di flip o di rivalutazione a medio termine.
In territori dove i grandi operatori non arrivano, la tecnologia può fare la differenza tra intuizione e decisione consapevole.
Conclusione: il mercato che cresce dove quasi nessuno guarda
Il futuro dell’immobiliare non è solo nei centri metropolitani. È anche nei luoghi dove la domanda cambia forma, dove nuove generazioni cercano nuovi modi di abitare, e dove la tecnologia consente di leggere il contesto con più lucidità.
Chi saprà guardare oltre la visibilità immediata e dotarsi di strumenti alternativi potrà capitalizzare prima degli altri i mercati immobiliari meno scontati, ma sempre più promettenti.